Bonus ristrutturazioni, detrazione al 50% sulla prima casa anche nel 2026

Bonus ristrutturazioni, detrazione al 50% sulla prima casa anche nel 2026

Chi sta per rifare bagno e impianti vuole capire adesso se il cantiere ha senso, o se conviene rimandare. C’è chi ha già un preventivo in mano, chi aspetta il via del condominio, chi teme la burocrazia. E c’è un dettaglio che cambia tutto: se la proroga si legherà davvero alla “prima casa”, come filtrato nei corridoi, le regole della partita si stringono.

La scena è semplice: sabato mattina, un tavolo pieno di matite, misure scarabocchiate e una pila di fatture pro forma. Lei scorre le mail del geometra, lui rilegge il capitolato dell’impresa con l’aria di chi controlla il meteo prima di un viaggio. Fuori c’è sole, dentro odore di intonaco vecchio. Il bonus al 50% è il filo che tiene insieme ansie, budget e sogni di una cucina che finalmente respira. Capita a tutti quel momento in cui ti chiedi se stai facendo la cosa giusta, o solo la più comoda. Il cellulare vibra: “Partiamo a gennaio o aspettiamo?” La risposta non è solo tecnica. È una scelta di tempo e di coraggio. La domanda che scotta: vale anche nel 2026?

Cosa cambia davvero con il 50% sulla prima casa nel 2026

L’ipotesi sul tavolo è chiara: mantenere la detrazione al 50% per le ristrutturazioni, ma ancorarla alla prima casa, per tenere sotto controllo la spesa pubblica. Tradotto: lavori su abitazione principale, tetto di spesa che resta collegato all’unità e tempi di recupero in dichiarazione. **La detrazione si spalma in 10 quote annuali di pari importo.** Non è un assegno, non è uno sconto immediato, è una maratona fiscale. Nel perimetro entrano gli interventi classici: manutenzione straordinaria, rifacimento bagni e cucine, impianti, tramezzi, sicurezza, autorimesse pertinenti.

Uno scenario concreto aiuta. Marco e Giulia vogliono ristrutturare il loro trilocale prima di trasferirsi definitivamente. Spesa prevista: 40.000 euro, fatture e bonifici tutti nel 2026. Con il 50%, recupererebbero 20.000 euro in dieci anni: 2.000 euro a stagione fiscale. Se la loro IRPEF annua “copre” almeno quella cifra, il recupero è pieno; se l’imposta è inferiore, una parte si perde per strada. E qui si gioca una partita spesso ignorata: la convenienza dipende dalla capienza fiscale familiare, non solo dal preventivo dei lavori.

Una nota di realismo sul perimetro “prima casa”. Oggi il bonus ristrutturazioni, per come lo conosciamo, non richiede che l’immobile sia prima casa; l’eventuale stretta 2026 cambierebbe la platea. Potrebbe contare la residenza anagrafica o l’“abitazione principale” ai fini IRPEF, concetti che non coincidono sempre. **Il tetto di spesa resta 96.000 euro per unità immobiliare.** L’aliquota al 50% è stata più volte prorogata rispetto al 36% “base”, e l’orizzonte 2026 nasce proprio per evitare scossoni improvvisi a cantieri e imprese. Tenete a mente l’interazione con altri incentivi: il Bonus mobili tende a seguire la scia dei lavori, con massimali in discesa negli ultimi anni, e non è detto che resti invariato.

Come muoversi senza sprecare un euro

Prima regola: linea del tempo alla mano. CILA o pratica edilizia dove serve, preventivi chiari, calendario pagamenti, e “bonifico parlante” impostato prima di iniziare a versare. Nel bonifico vanno la causale normativa (art. 16-bis TUIR), il codice fiscale di chi detrae, la partita IVA o il CF dell’impresa, numero e data fattura. **Attenzione ai tempi di inizio e fine lavori.** Chiudete il cerchio con un fascicolo lavori: fotografie “prima e dopo”, copie di asseverazioni, delibere condominiali, contratto d’appalto. *Sì, i cantieri non nascono sulla carta: nascono fra scadenze, polvere e panico da bonifico.*

Gli errori più comuni sono banalissimi e costosi. Bonifici istantanei o carte di credito al posto del bonifico parlante, causali sbagliate, fatture intestate a un familiare diverso da chi paga, spese miste che confondono beni e manodopera. Diciamolo: nessuno lo fa davvero ogni giorno. Prendetevi un’ora con il commercialista prima del primo pagamento e fate una simulazione di capienza IRPEF. Meglio ridurre di poco il perimetro dei lavori che bruciare una quota di detrazione che non userete mai.

Un professionista lo ripete come un mantra:

“Se sbagli forma, perdi sostanza. Un bonifico corretto vale più di un preventivo brillante.”

Ecco un promemoria da tenere sul frigo:

  • Prima casa vs. abitazione principale: verificate definizioni e documenti (residenza, utenze, stato di famiglia).
  • Massimale 96.000 euro per unità: contano le spese pagate, non solo i lavori eseguiti.
  • Ripartizione in 10 anni: fate i conti sulla vostra IRPEF, non su quella ideale.
  • Sconto in fattura e cessione del credito: non più praticabili sul 50% ordinario, salvo eccezioni residuali normate.
  • Condòmini: per parti comuni, servono delibere e riparti millesimali in ordine.

Il quadro, fra politica e vita reale

Le famiglie cercano certezze, le imprese cercano continuità. Una proroga al 50% sulla prima casa per il 2026 sarebbe un segnale di stabilità, anche se più mirato rispetto agli anni dei superbonus. La vera differenza la fa la pianificazione: incasellare opere, pagamenti e pratiche in modo da non dipendere dall’ultimo decreto dell’anno. C’è un lato umano in tutto questo, che non entra in Gazzetta Ufficiale: la serenità di rientrare in una casa che profuma di nuovo senza la paura di aver sbagliato incastro. Se la politica farà la sua parte, il resto tocca a noi: scegliere bene, documentare meglio, parlare chiaro con tecnici e impresa. La partita si vince nei dettagli.

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Interesse per il lettore
Aliquota e tempi Detrazione 50% ipotizzata anche nel 2026 per la prima casa, riparto in 10 anni Capire cash flow e capienza IRPEF prima di iniziare
Perimetro lavori Manutenzione straordinaria, impianti, bagno/cucina, sicurezza e pertinenze Evitare spese fuori campo che non generano detrazione
Regole pratiche Bonifico parlante, CILA dove serve, fascicolo lavori, niente sconto/cessione Non perdere soldi per errori formali

FAQ :

  • Chi potrà accedere al 50% sulla prima casa nel 2026?Se la proroga verrà confermata con vincolo all’abitazione principale, potranno accedervi proprietari, nudi proprietari, usufruttuari, inquilini e familiari conviventi che sostengono la spesa e risultano sulla prima casa.
  • Quali interventi rientrano nel bonus ristrutturazioni?Manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia; per singole unità anche rifacimento bagni, impianti, tramezzi, sicurezza, autorimesse pertinenziali.
  • Qual è il massimale e come funziona la detrazione?Massimale di 96.000 euro per unità immobiliare. **La detrazione al 50% si ripartisce in 10 quote annuali uguali** sulla dichiarazione dei redditi.
  • Posso usare sconto in fattura o cessione del credito?Per il bonus ristrutturazioni “ordinario” non sono ammessi, salvo casi particolari fissati dalla legge. La via è la detrazione IRPEF.
  • Se inizio nel 2025 e pago nel 2026, che succede?Conta la data del pagamento (criterio di cassa). Le spese saldate nel 2026 seguono le regole in vigore nel 2026, indipendentemente dall’avvio lavori.

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